In zona Firenze può capitare di imbattersi in uno striscione “Liberate Jacopo” e, con esso, nella storia di un uomo al quale sono legate le vicende e la lotta di Roberto De Certo, musico-terapeuta ed educatore fiorentino.
Jacopo P. ha quasi 50 anni, ed è affetto da autismo e da crisi autolestiche.
Dopo la morte del marito, l’anziana madre lo affida, nel 2012, ad una casa di cura per disabili perché affronti un programma di riabilitazione psicosociale: viene ridotto, però, ad un uso continuo di psicofarmaci, tale da privare Jacopo di ogni volontà e, quindi, di ogni possibilità di crescita verso una maggiore autonomia.
La madre Vanna, psicologa e donna combattiva, non si arrende a questo disegno del destino e si apre all’ alternativa terapeutica proposta da Roberto De Certo.
Con Roberto, Jacopo si avvia ad un percorso di inclusione sociale e di piccole conquiste quotidiane per essere più autonomo.
Il sogno dei genitori di Jacopo sembra realizzarsi.
Ma l’ostacolo più insormontabile non sarà rappresentato dalla disabilità, bensì da una guerra ad armi impari tra Istituti, psichiatri, avvocati, amministratori di sostegno, da un lato, e il donchisciottiano Roberto, dall’altro.
Un infortunio di Vanna fa attivare un ingranaggio meschino: il giudice nomina un amministratore di sostegno per la donna e, di conseguenza, un curatore per Jacopo: applicando un provvedimento restrittivo, vieta praticamente a Jacopo di uscire dall’istituto e di vedere Roberto.
“Volevo chiedere a mio figlio che tipo di vita avrebbe voluto fare” dice Vanna in una intervista alle Iene del 2018; nel frattempo l’Istituto fiorentino, sotto la pressione mediatica, trasferisce il paziente in altra sede.
La donna, provata fisicamente e psicologicamente dagli eventi e dalla separazione dal figlio muore un anno dopo.
Chiedere a Jacopo e dargli la possibilità di scelta come sancito dalla convenzione Onu.
Ma a Jacopo non è concesso.
“Liberate Jacopo” è la voce per dare voce a Jacopo, e non solo.
Liberate Jacopo: liberatelo dal limbo di una reclusione forzata, da una cura incentrata prettamente sugli psicofarmaci.
Liberate Jacopo perché viva la vita nelle sue possibilità e vivendo, possa scegliere e rispondere ad una semplice domanda “Quale è la vita che vorresti?”
Fatima Mutarelli
Lettera inviata ai garanti :
Alla C.A. del garante dei diritti dei detenuti Comune di Firenze
egr. dott. Eros Cruccolini
Alla C.A. del garante dei diritti delle persone private della libertà
regione Toscana
egr. dott. Franco Corleone
e p.c.
Alla C.A. del signor Roberto De Certo, cittadino di Firenze, educatore e musicoterapeuta
Oggetto : XII Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo , manifestazione a Firenze il 2 aprile c.m. :
Sostegno ai cittadini fiorentini Jacopo Petroni e Roberto De Certo.
Gentilissimi,
Vi scrivo come membro della onlus radicale ” Diritti alla follia”, associazione nazionale impegnata sul campo.
Invio a Voi la presente a sostegno di Jacopo Petroni, 50enne fiorentino, persona con una disabilità intellettiva e diagnosi di autismo;
a sostegno del gruppo di mutuo aiuto “amici di Vanna”, madre di Jacopo (deceduta di recente) ;
a sostegno di Roberto de Certo, cittadino di Firenze, musicarteterapeuta educatore di Jacopo, che ci legge in copia.
In occasione della manifestazione che vedrà sfilare per le strade di Firenze cittadini, familiari e sostenitori dei diritti delle persone con disabilità , sarà presente anche il comitato che sostiene i diritti di Jacopo Petroni.
Non sarà difficile scorgere , tra gli innumerevoli sriscioni e cartelli, uno con la scritta ” LIBERATE JACOPO” che potrebbe risultarvi anomalo in un simile contesto. Ma non è così, Jacopo Petroni da tempo è ricoverato in una struttura riabilitativa vicino a Firenze, lontano dai suoi amici, lontano da coloro che per anni lo hanno affiancato, sostenuto e gli vogliono bene.
Perchè mai ? Non entrerò nel merito di una diatriba inutile e sterile, un salto ad ostacoli che non porterebbe a nulla . La realtà è che esiste una dimora in cui Jacopo potrebbe andare a vivere (come lui vorrebbe) , e ciò gli viene negato.
Viene negato un suo diritto sancito, oltre che dal semplice buon senso, anche dalla Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, che all’art. 18 recita :
Libertà di movimento e cittadinanza :
- Gli Stati Parti dovranno riconoscere il diritto delle persone con disabilità
alla libertà di movimento, alla libertà di scelta della propria residenza e della cittadinanza, su base di eguaglianza con altri.
E sopratutto all’art 19 recita :
Vita indipendente ed inclusione nella comunità :
Gli Stati Parti di questa Convenzione riconoscono l’eguale diritto di tutte le
persone con disabilità a vivere nella comunità, con la stessa libertà di scelta delle
altre persone, e prendono misure efficaci e appropriate al fine di facilitare il pieno
godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e della piena inclusione e partecipazione all’interno della comunità, anche assicurando che:
(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, sulla base di
eguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e
non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione abitativa;
(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi di sostegno domiciliare, residenziale o di comunità, compresa l’assistenza personale
necessaria per permettere loro di vivere all’interno della comunità e di inserirvisi e impedire che esse siano isolate o vittime di segregazione;
(c) i servizi e le strutture comunitarie destinate a tutta la popolazione siano
messe a disposizione, su base di eguaglianza con gli altri, delle persone con
disabilità e siano adatti ai loro bisogni.
Crediamo che dopo anni di inutili sofferenze, diatribe personali e legali, sia veramente, inesorabilmente e in maniera non più procrastinabile, giunto il momento di mettere la parola fine a tutto ciò. Come ? Ascoltando chi è direttamente coinvolto in prima persona in questa triste vicenda e coloro che sostengono i suoi diritti. Ragion per cui vi invito a recarvi di persona , voi od un vostro delegato, presso il luogo in cui Jacopo Petroni è attualmente ricoverato e sentire anche ciò che Roberto De Certo ha da dire . Sarebbe il modo più realistico in cui celebrare questa giornata mondiale per i diritti delle persone affette da autismo, per Jacopo e per tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione.
In attesa di cortese riscontro con
cordialità e stima vi porgo distinti saluti
Cristina Paderi
Membro di giunta
Associazione radicale ” Diritti alla follia”